Come insula e corteccia motoria danno valore affettivo alle azioni

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XXII – 27 settembre 2025.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La neurofisiologia classica studiava le basi neurofunzionali degli atti motori, intesi nella forma schematica ed elementare convenzionalmente adottata nei modelli sperimentali. In tal modo abbiamo appreso i pattern essenziali alla base dei movimenti, ma sappiamo che nella realtà del comportamento in contesti di relazione umana la maggior parte degli atti intenzionali, dei gesti e delle azioni finalizzate contiene elementi visibili, espressi in tratti e caratteri, che rivelano o tradiscono elementi qualitativi connessi con affetti, sentimenti e stati d’animo della persona esecutrice.

Oggi non ci si accontenta più di studiare l’attività motoria alla base del comportamento umano come fosse una raccolta di schemi neutri di procedure tecniche: non siamo robot e tutto ciò che conferisce qualità affettiva e significati esprimenti stati mentali attrae l’attenzione dei ricercatori da tempo. In particolare, si descrivono le forme cinematiche di espressione delle azioni umane; forme che spesso comunicano agli osservatori atteggiamento e stato d’animo dell’agente.

A queste forme d’azione si è dato il nome di vitality forms (VF) ed è noto che sono codificate nell’insula (o Insula di Reil). Giacomo Rizzolatti, lo scopritore dei neuroni specchio, con Giuseppe Di Cesare e altri quattro colleghi ha condotto uno studio che, indagando l’attività cerebrale durante le fasi di sensazione (feeling phase, intesa come “fase affettiva”) e di esecuzione delle VF delle azioni, ha scoperto che l’insula è già attiva durante la prima fase che, di fatto, prefigura l’azione che sta per essere compiuta.

Giacomo Rizzolatti e colleghi sono poi andati oltre, delineando il modo in cui insula e corteccia premotoria conferiscono alle VF valori qualitativi esprimenti stati interni della mente.

(Di Cesare G. et al., Bridging feeling and motion: Insula-premotor dynamics in the processing of action vitality forms. Proceedings of the National Academy of Sciences USA – Epub ahead of print doi: 10.1073/pnas.2514139122, 2025).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Food and Drug, University of Parma, Parma (Italia); Italian Institute of Technology, Cognitive Architecture for Collaborative Technologies Unit, Genova (Italia); Vladimir Zelman Center for Neurobiology and Brain Rehabilitation, Skolkovo Institute of Science and Technology, Moscow (Russia); Department of Imaging Neuroscience, Queen Square Institute of Neurology, University College London, London (Regno Unito); Istituto di Neuroscienze, Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Parma (Italia).

Abbiamo più sopra notato che le forme cinematiche di espressione delle azioni umane contengono elementi di informazione spesso in grado di comunicare agli osservatori l’atteggiamento mentale o lo stato d’animo di chi compie l’azione. In altri termini, le persone eseguono atti involontariamente carichi di valore affettivo positivo o negativo, in dipendenza dello stato psichico, e tale connotazione qualitativa detta VF (vitality forms) trasmette potenziali informazioni ai presenti. Le VF da tempo hanno attratto l’attenzione e l’interesse sperimentale dei ricercatori in quanto, mentre è bene definito e stabilito che gli scopi delle azioni sono mediati dall’attività di una rete parietale-frontale, si sa veramente poco circa il modo in cui il cervello elabora le VF.

Studi recenti, condotti mediante analisi morfo-funzionale delle reti cerebrali effettuata con la metodica della risonanza magnetica nucleare funzionale (fMRI, da functional magnetic resonance imaging), hanno suggerito che l’insula e le sue connessioni con i circuiti della rete parietale-frontale svolgano un ruolo centrale cruciale nell’elaborazione delle VF. I risultati di questi studi sono sicuramente significativi, e la loro interpretazione quale prova del ruolo della formazione corticale denominata “insula di Reil” sembra convincente, ma rimane una domanda senza risposta: come fa il nostro stato affettivo interiore a conferire elementi coerenti con la propria qualità del momento al nostro comportamento motorio?

Giacomo Rizzolatti, Giuseppe Di Cesare e gli altri colleghi hanno deciso di indagare questa dimensione funzionale per cercare di dare una risposta all’interrogativo sul come ciò che chiamiamo “stato affettivo” si possa esprimere nelle VF delle nostre azioni. A questo fine hanno progettato e realizzato uno studio fMRI in cui il cervello dei volontari partecipanti era osservato in funzione, mentre questi eseguivano due compiti sequenziali richiesti dai ricercatori:

 

1)      Il primo compito sequenziale, definito feeling task, era inteso a evocare sia uno stato affettivo positivo (entusiasmo), sia uno stato affettivo negativo (ira);

2)      Il secondo compito sequenziale, definito execution task, consisteva nel mantenere lo stesso stato affettivo evocato in quel momento, durante l’esecuzione di un’azione.

 

L’analisi uni-variata ha rivelato l’attivazione dell’insula e della corteccia prefrontale dorsolaterale (DLPFC) durante il primo compito sequenziale, ossia la feeling task, attivazione che si estendeva alle aree premotorie (PM) e parietali (PA) durante il secondo compito sequenziale, cioè la execution task.

La fase successiva dello studio è consistita nella determinazione della direzione del flusso di informazione fra i nodi di queste regioni cerebrali. A questo scopo, i ricercatori hanno adottato un dynamic causal modeling. La comparazione col modello bayesiano ha mostrato che, durante il primo compito sequenziale, la genesi dello stato affettivo implicava l’attività dell’insula che, insieme con la corteccia prefrontale (PFC), modulava l’attività della corteccia PM. In contrasto, durante la fase esecutiva, i comandi motori emergono dalla corteccia PM e influenzano l’attività dell’insula e della PFC.

Questi risultati indicano che, mentre per gli stati affettivi interni è cruciale il ruolo dell’insula, per la loro regolazione è necessario l’intervento della PFC. Inoltre, la corteccia PM ha un ruolo di assoluta importanza nella selezione della VF per l’azione corrispondente.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-27 settembre 2025

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

________________________________________________________________________________

 

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.